Alzheimer: due idee dagli Stati Uniti

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Un farmaco sperimentale contro la proteina tossica. Un esperimento fatto da una struttura in California che può darci spunti replicabili a casa nostra.

Risale all’ottobre scorso la notizia che negli USA sta per partire la richiesta di autorizzazione alla commercializzazione del farmaco “Aducanumab”, che combatte la proteina tossica “beta-amiloide”, da sempre principale indiziata nella comparsa di Alzheimer e altre malattie neurodegenerative, come Parkinson e sclerosi laterale amiotrofica.

L’azienda Biogen chiederà alla FDA (organo regolatorio americano) l’autorizzazione per la commercializzazione del farmaco sperimentale sostenendo che l’anticorpo contenuto rallenta la progressione del declino mentale cui l’Alzheimer inesorabilmente condanna i pazienti.  Ci vorranno da uno a due anni anni prima che possa essere commercializzato e poi potrebbe seguire la richiesta alle autorità regolatorie europee.

Se la ricerca ha tempi lunghi, dalla California arriva un esperimento replicabile anche subito.

A Chula Vista una struttura diurna per persone che soffrono di Alzheimer è stata fra le prime negli Stati Uniti ad adottare la terapia della reminiscenza.

Questa consiste nel rievocare esperienze passate con l’ausilio di supporti come fotografie, film, musiche, oggetti domestici o familiari.

Secondo gli esperti, i ricordi che si imprimono più intensamente nella mente umana risalgono alle esperienze fatte tra i dieci e i trent’anni, il periodo in cui avvengono eventi significativi quali diploma, laurea, primo lavoro, matrimonio, nascita dei figli.

Le persone della comunità californiana hanno poco più di ottant’anni, erano ragazzi negli anni Cinquanta. Così è stato deciso di progettare e arredare gli ambienti come una piccola città degli anni Cinquanta: il barbiere, la libreria, lo snack bar, il parco, il garage con le auto d’epoca.

Durante il giorno alcuni ospiti giocano a biliardo, dipingono, cullano bambole. Non vengono ingannati, non viene detto loro che stanno vivendo negli anni Cinquanta, ma la terapia riduce la loro agitazione, migliora l’ umore e la qualità del sonno.

La terapia della reminiscenza può essere in parte adottata anche nelle nostre famiglie, con il supporto delle Badanti. Se abbiamo un parente colpito da Alzheimer, possiamo mostrargli gli album di foto della sua giovinezza, fargli ascoltare brani musicali in voga all’epoca (su youtube si trova tutto, persino le pubblicità del Carosello), proporgli una partita a tombola. Avrete notato anche voi che gli anziani, in salute o in malattia, non ricordano pressoché nulla del loro presente ma perfettamente eventi e dettagli del loro passato; proviamo ad assecondarli, a stimolare ricordi felici nella speranza che producano un po’ di serenità.