Animali che aiutano l’uomo: vero o falso?
Sicuramente avete sentito parlare di Pet Therapy. Fantasia, leggenda metropolitana? Sapevate che il 30% della popolazione italiana over 65 possiede un animale domestico? Se i vostri cari fanno parte del restante 70% date un’occhiata…
Due inglesi si erano presi la briga per primi di osservare e analizzare se la presenza di un animale domestico avesse un effetto benefico sugli anziani. Era il lontano 1975. Da allora molta strada è stata fatta e nel 2003 in Italia la cosiddetta Pet Therapy è stata riconosciuta cura ufficiale dal Ministero della Salute. Tanto che oggi numerose RSA – Residenze Sanitarie Assistenziali – e strutture ospedaliere la prevedono.
Pet: quale?
Il cane è indicato come l’animale più adatto per varie caratteristiche: facilità di interazione, affidabilità, prevedibilità.
I cani sono più disposti a farsi accarezzare, favorendo negli umani un contatto fisico che non è scontato con l’avanzare dell’età.
Poiché i cuccioli tendono ad essere molto esuberanti, per la compagnia delle persone anziane sono consigliati cani adulti o anziani. Sembra una strana combinazione ma crea una sintonizzazione dei ritmi di vita, simili per molti aspetti.
Come agisce sul corpo dell’anziano
Secondo numerosi studi (che non stiamo a citarvi ma di cui abbiamo le fonti), il contatto con un animale modifica alcuni parametri fisici, come il polso e la pressione.
Questo comporta un calo del rischio di infarto cardiaco e ipertensione.
Si è verificata inoltre la riduzione consistente di livelli di colesterolo e glicemia nel sangue.
Naturalmente la presenza di un cane in casa implica la stimolazione della motricità: l’anziano deve necessariamente muoversi ogni giorno per assicurarsi che il proprio animale domestico faccia la sua passeggiata e l’attività motoria quotidiana migliora il funzionamento del suo apparato cardio-circolatorio.
Come agisce sulla mente dell’anziano
Uno dei miglioramenti più significativi legati alla presenza di un cane avviene sulla scala della depressione. Uno studio, fra i tanti, ha analizzato pazienti depressi di età compresa fra 45 e 84 anni, dividendoli in tre gruppi; chi ha usufruito dell’ausilio di un cane addestrato ha registrato calo dell’ansia, aumento dell’auto analisi e dell’interazione con altri pazienti e con il personale.
La depressione è sovente associata alla solitudine: la presenza costante di un animale alleggerisce la condizione, e prendersi cura di un essere vivente, responsabilizzarsi sul suo benessere, aiuta anche a combattere quel senso di inutilità che spesso subentra nelle persone anziane.
La compagnia di un cane contribuisce inoltre a mantenere allenata la memoria e migliora la percezione del dolore. Riduce il senso di ansia, angoscia e aggressività. Sollecita aree cerebrali connesse alle relazioni sociali e alle facoltà cognitive.
La Pet Therapy ha mostrato risultati persino in persone affette da Alzheimer. Il rapporto che si instaura con l’animale è affettivo ed emozionale, favorisce l’abbassamento della pressione sanguigna e rallenta la frequenza cardiaca.
Inoltre la relazione con l’animale è basata su gesti e azioni che non hanno a che fare con il linguaggio e la memoria, compromessi dalla malattia.
Gli animali sono sempre alla ricerca di attenzioni e manifestazioni di affetto. Secondo noi anche gli uomini; siete d’accordo?